di UGO SANTINELLI.
Una bella iniziativa ha invaso il corso in questi giorni.
Cupole leggere ospitano le visite di ragazzi e ragazze, affascinati dalle applicazioni dell’informatica. I flussi eterei dei bip che danno movimento o incorporano informazioni, sono in alto nel cielo. Leggere ali trattenute dalle corde alle pastorali sono l’icona immobile di questo desktop urbano. Si palesano in sequenza, nello sguardo sulla strada, specchio in alto di passi e cervelli che, concreti, calpestano ed animano la passeggiata storica.
Le vele si interpongono tra le nuvole di un primo autunno, sembrano proiettare ombre a terra, ombre annegate nel basalto lavico scuro.
Ombre: e l’istinto associa e riaccende vecchie parole. Frasi ascoltate più volte, a bassa voce, nel teatro di intime e familiari conversazioni. Si materializzano le ombre, veloci e rumorose, di un settembre vecchio di settantacinque anni, quando a gruppi ed ad ondate, i bombardieri anglo-americani sconvolsero una città che si pensava tranquilla, mentre i propri figli sconvolgevano altri territori ed altre città. Note costanti nella rievocazione dei sopravvissuti: il sole oscurato d’improvviso e subito il rumore dei motori, fuso al boato delle bombe che impattano e producono altri rumori, vetri infranti, infissi divelti, i basoli e il bianco calcare di balconi e finestre e tufi spezzati, lanciati in alto; vento improvviso che schiaccia, percuote, butta a terra, stritola corpi. La morte nelle carne maciullata e nelle pietre frantumate.
Anche allora il corso diventò pedonale, a scansare le buche ed i crateri.
Ma i luoghi hanno una loro memoria materiale. Quando, dopo l’ammodernamento degli anni di Nicoletti, si ritornò al basalto per terra, i crateri riemersero, riempiti alla meglio con i tufi e le pietre spezzate. Riemerse anche un bel pezzo di balcone che spiccava, bianco e pulito tra le macerie. Non fu accolta la timida proposta di inserirlo nella pavimentazione perché il contrasto del colore simboleggiasse e ricordasse quei giorni di morte. L’appalto vincolante impedì l’azione con burocratica applicazione.
Dovremmo far tesoro del suggerimento costituito dalle vele abbinate del windsurf, l’idea della pace, della libertà in movimento. Almeno una volta all’anno potremmo sospendere in aria, per il corso, la tela a sagoma di un bombardiere. Per ricordare e riflettere su quelle idee che ci consentono di vivere; in pace se non con noi stessi, almeno con gli altri.
Le foto non di repertorio sono di Ugo Santinelli.