Disturbi Alimentari e Coronavirus

di SABATINO MANZI.

Nel periodo di lockdown molte persone hanno sofferto per le condizioni di ristrettezza sociale  imposte dalle disposizioni governative  per la prevenzione  del COVID 9.

Nelle ultime settimane sono stati pubblicati diversi studi che segnalano un aumento del disagio psichico nella popolazione  con l’emergere di diversi sintomi: ansia , insonnia , irascibilità ,depressione del tono dell’umore , dipendenza da internet nei giovani ( internet addiction disorder ) , disturbi del comportamento alimentare (DCA  o food addiction disorder ) .

In questo articolo   si focalizzerà l’interesse su quella parte della popolazione italiana che sta presentando un riacutizzarsi   o un esordio di sintomi alimentari.

I disturbi alimentari più frequenti sono  : anoressia nervosa, bulimia nervosa , disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating disorder .

Sono molteplici i fattori che possono determinare un disturbo alimentare .Sicuramente possono esserci eventi traumatici : lutti , accadimenti familiari significativi  , episodi  che perturbano il ciclo di vita di un adolescente.

Questi eventi hanno un riflesso traumatico sullo sviluppo psichico della persona interessata . Secondo la teoria psicoanalitica “il trauma si riferisce all’intensità di un evento a cui il soggetto non è in grado di rispondere in modo adeguato .Un’esperienza che nei limiti  di un breve lasso di tempo apporta alla vita psichica un incremento di stimoli talmente forte che la sua liquidazione o elaborazione nel modo usuale non riesce .. “.

Sicuramente in tale definizione rientra  l’esperienza traumatica che la gran parte della popolazione sta vivendo per  il Coronavirus :  la repentinità  degli eventi, la paura di morte ,  la gravità delle patologie indotte , i cambiamenti relazioni , familiari e  sociali imposti dal lockdown.

In modo particolare tali eventi  sono stati significativi per le persone contagiate dal virus , per le loro famiglie , per gli operatori sanitari della rete di cura , per le persone che già erano portatrici di disturbi psichici. Nella nota del 6 maggio 2020  , l’Istituto Superiore Sanità segnala che la pandemia da COVID-19 “può aumentare il rischio di ricadute ed il  peggioramento dei disturbi alimentari o addirittura far insorgere un disturbo alimentare ex novo”.

Questa dato è stato segnalato anche dal prof. Umberto Nizzoli ( Presidente della Società Italiana Studio Disturbi Comportamento Alimentare -SISDCA ) , in un’intervista  all’ agenzia di stampa  dire.it.

Dalle osservazioni cliniche e dai primi dati delle ricerche pubblicate nella letteratura scientifica internazionale , Nizzoli ipotizza che : “rispetto alla popolazione di cui stiamo parlando avremo allora un esito multiplo. Avremo percio’ un gruppo di persone con patologia ridotta che troverà il modo per ridimensionare la sintomatologia . Altri invece registreranno un aggravamento complessivo del quadro clinico.E poi va anche considerato che uno stress prolungato puo’ essere il fattore per dare vita ex novo ad un disturbo dell’alimentazione “.

Tali dati vengono confermati anche dal dott. Riccardo Dalle Grave in uno studio pubblicato  su  Psychology Today Posted a marzo 2020.

Come vediamo , viene segnalato dagli esperti un aumento , nei prossimi mesi, dell’incidenza dei disturbi alimentari oppure un peggioramento della sintomatologia clinica nei casi conclamati.

Da osservazioni fatte empiricamente dallo scrivente su un campione di pazienti seguiti privatamente a livello ambulatoriale e  da informazioni condivise con  psichiatri e psicologi operanti   presso i Centri DCA regionali si evincono le seguenti ipotesi cliniche.

  1. Durante il lockdown si è avuto una convivenza forzata che spesso ha generato stati conflittuali nelle relazioni familiari. Lo stress relazionale spesso è stato compensato da un ricorso al cibo e  da un  comportamento frequente di piluccare .
  2. Le persone che avevano una sintomatologia alimentare , tipo bulimia , si sono trovate in contesti domestici  in cui erano abbondanti le provviste di derrate alimentari  e questo ha accentuato gli episodi di abbuffate compensative.
  3. Le persone sintomatiche  che erano abituate ad avere rituali alimentari compensativi , per esempio vomito autoindotto , si sono sentite più controllate dai familiari ed ostacolate nel vomito , sintomo ancora più necessario in questo frangente di forte stress traumatico. E’  prevalso il controllo da parte della famiglia  che ha determinato un accentuarsi della sintomatologia.
  4. Le persone sofferenti di anoressia , abituate a compensare la propria alimentazione  con intensa attività motoria  all’aperto , hanno dovuto ridurre le pratiche motorie perché impossibilitate  ad effettuarle in casa .

 5)  Durante il periodo di lockdown molte attività cliniche ambulatoriali ordinarie e non di urgenza , pubbliche e private , sono state interrotte . I programmi terapeutici per la cura dei Disturbi Alimentari  , indicati dalle più importanti linee guida nazionali ed internazionali ,  prescrivono che le cure devono essere costanti , praticate da personale competente, multidisciplinari  e appropriate nei luoghi di cura. Inoltre anche i trattamenti semi-residenziale e residenziali , per i casi più gravi , sono stati interrotti per il rischio di infezione da Coronavirus.

Sicuramente le conseguenze psicologiche del lockdown su questa fascia di popolazione , segnalate da diversi studiosi e dalle autorità sanitarie , dovranno essere seguite con attenzione nelle prossime settimane .

Cosa fare  in queste evenienze. IL trattamento dei Disturbi Alimentari richiede una competenza specifica ed un lavoro in team tra esperti delle scienze psicologiche e della  nutrizione clinica.

E’ opportuno rivolgersi a personale specialistico formato  per rilevare  i casi che avranno il loro esordio nei prossimi mesi o  riprendere il trattamento che si è dovuto interrompere  in questo periodo di lockdown nei casi già conclamati. Le ragazze ,che seguivano un percorso psicoterapeutico , hanno dovuto interrompere la terapia con il rischio  possibile  del manifestarsi di episodi di peggioramento sintomatico .

Le nuove tecnologie , in questo tempo eccezionale , hanno permesso di poter riprendere il  percorso di terapia riadattando il Setting di cura  ai dispositivi messi a  disposizione da Internet (Skype , Face Time ,ecc).

Dr Sabato Antonio Manzi – Psichiatra .

Società Italiana per lo Studio Disturbi del Comportamento Alimentare ( SISDCA) – Sezione campana.

Per contatto : manzisabatino@libero.it

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