di ANTONIO GENGARO *
La vicenda della presunta manifestazione di interesse, tendente a realizzare il parco dei dinosauri ad Avellino, copre in realtà la richiesta di un cambio di destinazione urbanistica, su quell’area, da parte di un privato. Si tratta di una zona collinare, di più di 1000.000 metri quadrati, a ridosso della ingolfatissima variante sud, con destinazione agricola, attualmente sede di un centro ippico. E’ opportuno o meno , a quasi trenta anni dell’uscita in sala di Jurassic Park di Steven Spielberg, realizzare, oggi, in Irpinia, l’ultima Provincia dell’ impero, un parco sui temi della preistoria? Sulla scia del gran successo del film, ne sono nati in gran numero in tutto il mondo , pertanto la non originale idea, sostanzialmente una brutta copia, non sembra suscitare grandi entusiasmi nell’opinione pubblica avellinese.

Venendo al punto, l’assessore all’urbanistica , prof.ssa Emma Buondonno, da queste colonne**, nei giorni scorsi, in versione dottor Jekyll, ha dichiarato che l’area è agricola e l’iniziativa non sarebbe realizzabile, salvo smentirsi il giorno dopo, in modalità signor Hyde, su un giornale online, sostenendo che il sito ha una quota con destinazione turistico-ricettiva e quindi si potrebbe far largo ai dinosauri. A parte il fatto che, le manifestazioni di interesse, laddove si rispettino le norme, di solito avvengono quando esiste un interesse pubblico e quasi sempre per beni di proprietà pubblica, in una cornice di trasparenza, attraverso bandi di evidenza pubblica. In questo caso l’interesse è prevalentemente privato, l’iniziativa si farebbe su un bene privato, brevi manu, i profitti sarebbero per la maggior parte dei privati. La Buondonno sostiene che esiste una sentenza del TAR che ha accolto, parzialmente, l’opposizione dei proprietari del suolo contro la esclusiva destinazione agricola deliberata dal Consiglio Comunale anni fa, concedendo una quota turistico-ricettiva. Se così fosse, perchè la Giunta dell’epoca non costituì l’Ente al Consiglio di Stato? Chi si voleva favorire? Perchè , fin ora, non è stata richiesta l’esecuzione della sentenza? Non bisogna scomodare le teorie di Guido D’Angelo, illustre giurista del settore, per sostenere che in materia di pianificazione del territorio la Giunta ed il Consiglio Comunale , quest’ultimo in via esclusiva quando si tratta di opposizioni, sono sovrani. Il Consiglio, qualora la sentenza del TAR approdasse in aula, sarebbe libero nell’ assumere le decisioni che ritenesse più appropriate. Appare quantomeno sospetta tale iniziativa del Sindaco e dei privati alla vigilia della discussione sul nuovo PUC. Si ipotecano destinazioni edificatorie sulle colline da tutelare? In una città, tra le peggiori d’Italia per inquinamento ambientale, qualcuno si può permettere ancora di aggredire e distruggere il verde, la campagna, la bellezza del paesaggio che la circonda, un unico e immenso patrimonio tramandato da generazioni. La Buondonno è l’accademica del consumo suolo zero o un asino in mezzo ai suoni? C’è una sola via di salvezza per Avellino, una nuova variante di salvaguardia per dire stop al cemento in collina. Lo può fare la Giunta, dovrebbe proporlo l’opposizione con una mozione che determini un indirizzo del Consiglio Comunale in tal senso, sarebbe auspicabile che anche la maggioranza facesse sentire,finalmente, la sua voce. L’affaire parco potrebbe rappresentare un pericoloso precedente per l’urbanistica avellinese. C’è stato un tempo in cui per realizzare i propri interessi si andava, in gran segreto, dal notabile di turno, c’è stato il tempo del rigore morale di Antonio Di Nunno, non ci può essere il tempo dell’Amministrazione prona al desiderio dell’imprenditore di turno. Se non ci sono cambiali elettorali da onorare, a nostro avviso, i dinosauri possono, tranquillamente, ritornare nella Repubblica ceca.
*ultimo ViceSindaco di Antonio Di Nunno
**su IL MATTINO DELL’11 APRILE