Nella Dogana e nel centro storico la ripresa dell’Irpinia

di RICCARDO SICA.

Si sa che, volente o nolente, l’amministrazione comunale non può abbattere ed eliminare da un giorno all’altro (eccetto che per improvviso pericolo per l’incolumità pubblica, come, p.e., un evento sismico inaspettato) la Dogana, opera d’arte pubblica e, pertanto, bene comune di inestimabile valore. Sarebbe violazione grave della legge. Tuttavia non è detto che sia questa la ragione per cui non sia stata finora eliminata l’opera del Fanzago; non  è detto  neppure che la ragione sia l’eventuale paura per la forza (di difesa del capolavoro d’arte e di resistenza ) opposta dal  coraggioso Comitato “ Salviamo la Dogana”. Non è detto neppure, infine, che, non restaurandola di proposito, si voglia che la Dogana cada lo stesso, ma da sola, non subito ma a poco a poco. Attualmente, se l’amministrazione comunale provvedesse al restauro della sola Dogana, per contrasto risalterebbe maggiormente lo stato di abbandono e di degrado in cui versa il centro storico intorno ad essa. Se, invece, ricostruisse e riqualificasse solo il predetto centro storico, risulterebbe più evidente la colpa dell’amministrazione comunale di non aver restaurato ancora la Dogana, lasciando l’obbrobrio dei suoi ruderi nella piazza.  Nell’uno come nell’altro caso, la verità emergerebbe comunque: l’Amministrazione comunale non può sottrarsi al dovere ineludibile di provvedere a restaurare, riqualificare congiuntamente sia la Dogana e sia il centro storico tutto di cui la Dogana è parte integrante, il perno principale. Pena, l’arresto immediato del cammino di ripresa e di progresso dell’intera Irpinia. Di qui il sospetto: che forse l’amministrazione pubblica voglia proprio questo, cioè che, chissà per quale assurdo e deplorevole motivo nascosto, non restaurando e ricostruendo la Dogana, non voglia riqualificare (ricostruire, rivitalizzare) più in generale proprio tutto l’intero centro storico intorno, che ora è già quasi morto? (Dogana e centro antico, infatti, sono strettamente connessi, costituiscono un tutt’uno indissolubile). Se così fosse – ma non possiamo credere lo sia – la colpa dell’amministrazione comunale sarebbe incommensurabile: sarebbe quella di fermare, bloccare la ripresa della ricostruzione, della riqualificazione e del progresso dell’intera Irpinia, perché di questa il centro storico e la Dogana sono il volano, in un momento storico particolare, quale l’attuale, difficile, delicatissimo, caratterizzato dai danni enormi, non solo materiali, alcuni già irreparabili, prodotti dalla pandemia non ancora conclusasi. L’amministrazione pubblica sarebbe allora colpevole di aver accelerato lo sprofondamento dell’intera provincia nell’abisso della povertà e dell’arretratezza. Dovere ineludibile, invece, ripetiamolo!, dell’amministrazione pubblica sarebbe adoperarsi per garantire il progresso della civiltà del suo popolo e di recuperare il tempo perduto. Oggi più che mai è doveroso per l’amministrazione pubblica provvedere il più celermente possibile al restauro della Dogana e alla ricostruzione e rivitalizzazione del centro storico. Oggi più che mai. 

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